Fine estate 2008, Val Chisone. Una mandria di circa 160 mucche sta salendo sui camion per scendere a valle dopo la stagione degli alpeggi. Routine. Poi succede l’imprevedibile. Tre giovani mucche di razza piemontese (al secolo Primula, Camomilla e Margherita) si staccano dal gruppo e scappano verso i prati. Le indomite bovine trascorrono tutto l’inverno oltre i 2000 metri, sulle montagne piemontesi di Pragelato. E la cosa ha dell’incredibile, se si pensa che sono animali domestici e dipendenti dall’uomo. Hanno resistito a rigidissime temperature d’alta quota, a cui si sono adattate grazie a una folta coltre di pelo. In barba ai numerosi tentativi fatti per catturarle, sono scese a valle solo in primavera. Spinte dalla fame, sono entrate in un recinto predisposto con del foraggio e così sono state riacciuffate.

Una vera e propria insurrezione bovina, autentica lezione di libertà. Con una punta, inconsapevole, di ambientalismo. Primula, Camomilla e Margherita si sono ribellate a un sistema di allevamento intensivo di bestiame sempre più responsabile del riscaldamento globale del pianeta. Un invito a cambiare le nostre abitudini alimentari: meno bistecche e più vegetali. Anche se forse quello climatico non è il primo dei loro pensieri.